Storia e Cultura di Monchio delle Corti
La storia del territorio di Monchio delle Corti inizia ad essere scritta nel 879 quando l’Imperatore Carlomanno dona al Vescovo di Parma Guibodo un territorio con 13 villaggi, per premiarne la fedeltà all’Impero.
Le vicende storiche che interessano Monchio delle Corti si mescolano con un alone di magia derivante dalle numerose leggende che sono nate intorno a questo luogo incantato.
ATTILIO BERTOLUCCI, il poeta ispirato dai monti
Attilio Bertolucci è considerato uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, anni in cui l’Europa vantava la nascita di numerose correnti letterarie e poeti d’alto calibro. Il suo talento lo ha portato ad imporsi nel panorama mondiale come poeta antinovecentista prediligendo il discorso narrativo e i versi liberi, in contrapposizione alla corrente ermetica allora dominante.
La sua arte nasce dalle cose più semplici come la natura, l’affetto per la sua terra e la famiglia e per questo la sua scrittura appare di immediata comprensione ma nasconde in realtà significati complessi e per nulla scontati: i suoi versi si tingono dei colori della natura, si riempiono di quotidianità e cantano l’amore per Casarola, frazione di Monchio delle Corti arrivando direttamente al cuore del lettore che viene emotivamente coinvolto da Bertolucci con la sua capacità di seduzione poetica.
Nato a San Prospero di Parma nel 1911 e originario dell’Appennino Parmense, Attilio Bertolucci iniziò a scrivere poesie da fanciullo ed ebbe una straordinaria carriera che lo portò a svolgere l’attività di poeta pubblicando nella sua vita ben sette raccolte di poesie che lo hanno reso celebre e hanno reso orgogliosa questa terra di vantare tra i suoi abitanti la sua illustre personalità. Il poeta arriva a Casarola per la prima volta negli anni 20’ innamorandosene perdutamente tanto da farla diventare la sua casa e il suo rifugio durante la guerra.
A Casarola il poeta incontra l’habitat ideale per lo sviluppo della sua creatività e per il nutrimento della sua spiritualità, immerso nella natura selvaggia. Gli amici di Bertolucci negli anni hanno testimoniato che ogni mattina il poeta usciva da casa sua e si dirigeva verso Riana munendosi di un quaderno dove annotava i suoi versi che nascevano in modo spontaneo, proprio come cresceva la natura intorno a lui in quel territorio incontaminato.
Nel 1951 si trasferisce a Roma e nasce in lui lo sconforto e la nostalgia di casa che si ripercuote sui suoi versi “Io voglio tornare a vivere dove l’erba
non è come qui puro ornamento, gioia degli occhi
che dura l’anno intero.“ (L’erba, 1971)
Oggi è possibile visitare Casa Bertolucci che è diventata parte del Patrimonio Culturale dell’Emilia Romagna.
Nel 2019 è nato il Parco Letterario, dedicato ad Attilio e ai figli Giuseppe e Bernardo, entrambi celebri registi e che, al pari del padre, a Casarola hanno trovato ispirazione per i loro capolavori artistici.

PONTE DI LUGAGNANO
Un simbolo del territorio di Monchio delle Corti è sicuramente il ponte di Lugagnano.
L’antico ponte, che è stato costruito interamente in pietra e possiede una forma arcuata, attraversa il torrente Cedra e un tempo era l’unico passaggio possibile per raggiungere la Toscana.
Il Ponte viene erroneamente chiamato dagli abitanti del territorio “Ponte Romano” ma in realtà la sua costruzione fu ordinata solo nel 1602 dal Vescovo di Parma Ferdinando Farnese per permettere il transito di commercianti e viandanti verso la Lunigiana. Venne poi restaurato nel 1801 dal vescovo Adeodato Turchi e successivamente nel periodo del Ducato dalla Duchessa Maria Luigia.
Camminare sul ponte e fermarsi al centro ammirando la maestosità del panorama circostante vi farà viaggiare nel tempo con la mente, immaginando epoche e scenari lontani.
LE MAESTÀ
Durante la tua visita a Monchio vai alla ricerca delle Maestà!
Le maestà sono delle raffigurazioni della Madonna e dei Santi protette da muri di pietra arenaria e che puoi trovare durante le tue passeggiate lungo le strade dei borghi o addirittura nel bosco.
Sul territorio di Monchio delle Corti se ne conta una presenza assidua: puoi trovarle in paesi come Rigoso, Rimagna, Trefiumi, Pianadetto, Casarola e Vecciatica. La prima maestà fu quella costruita a Pianadetto nel 1621, quella di Rigoso si aggiunse durante il periodo della peste del 1629-1631 come ringraziamento da parte degli abitanti per la grazia ricevuta dell’essere sopravvissuti alla terribile malattia e non essersi contagiati, le successive invece vennero costruite per devozione, come testimonianza della grande fede e riconoscenza che da sempre contraddistingue gli abitanti di queste terre.
LA LEGGENDA DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL SASSO
Se le antiche leggende vi affascinano è d’obbligo una visita al Santuario della Madonna del Sasso di Rimagna, frazione di Monchio delle Corti. La leggenda narra che qui, molti secoli fa, gli abitanti del paesino di Rimagna videro splendere un lumicino in lontananza ed incuriositi si recarono sul posto, ma invano perchè la lucina sparì…finchè una notte riapparve e si posò su un grosso masso!
I paesani accorsero subito ma, con estremo stupore, al posto della lucina trovarono sul masso l’immagine della Madonna!
Da quel giorno quel grosso sasso divenne un luogo di culto e gli abitanti decisero di erigervi sopra un piccolo oratorio, divenuto poi Santuario della Diocesi di Parma.
LA LEGGENDA DEL BAFARDEL
Tra le numerose leggende di Monchio delle Corti, quella del bafardel è sicuramente la più famosa. Nessuno lo ha mai visto ma si narra che questo omino molto dispettoso chiamato bafardel la notte andasse nelle stalle dei contadini e mettesse tutto in disordine, attorcigliando le criniere dei cavalli. La mattina quando i contadini entravano nelle stalle trovavano i loro cavalli con lunghe ed indistricabili treccine!
LA PECORA CORNIGLIESE
Su questo territorio vive una particolare razza di pecora oggi a rischio estinzione, la pecora Cornigliese, ottenuta nel 1700’ dai Borboni per ricavarne una migliore qualità della lana mediante l’incrocio tra pecore locali e una pregiata razza Merino spagnola.
Nel 1900′ la pecora Cornigliese migliorò ancora di più la qualità della sua carne attraverso nuovi incroci con degli arieti bergamaschi. Oggi puoi trovarla nei menù dei ristoranti di Monchio delle Corti, un prodotto tipico e a km 0!
LO SPARTITO GRADUALE ROMANO
Nel territorio di Monchio delle Corti puoi trovare lo spartito Graduale Romano, una particolare tipologia di spartito musicale datato 1546 e formato da 4 righi e 4 spazi, si differenzia dunque dai tradizionali spartiti per il numero di righi e per le note dalla forma quadrata. Nello spartito viene riportata la melodia di un’antico canto sacro popolare. Oggi lo spartito è custodito nell’Archivio Diocesano di Parma. A Monchio esiste ancora un gruppo di uomini che porta avanti la tradizione antichissima del canto sacro-popolare, i “Cantor ed Monc”.
Traduzione dell’ultima pagina:
Fine del Graduale Romano: abbreviato a vantaggio dei sacerdoti poveri da Fra Pietro Lianciarino di Urbino.
Stampato a Venezia dagli eredi di Lucantonio Giunta di Firenze. Nel mese di Settembre. 1546.
Registro
A B C D E F G H J K M N O P Q R
Tutti terni